giovedì 6 agosto 2009

Scheda: Anguria o Cocomero


Anguria o Cocomero
Ccucurbitacee-Cucurbita

Generalità: conosciuto fin dai tempi antichi, è stato ed è tuttora molto amato per la sua polpa fresca e dissettante.
Il cocomero, detto anche anguria, (Cuccumis citrullus o Citrullus vulgaris) è pianta a ciclo vegetativo annuale; ha fusto erbaceo, lungo prostrato, a portamento strisciante, foglie pelose, picciolate, fiori gialli a corolla campanulata. Il frutto è un peponide con forma varia, dallo sferico all'ovoidale, buccia di colore dal verde scuro al biancastro, polpa rossa (ma in alcune varietà biancastra o rosea) di sapore dolce per il contenuto di zuccheri. Le dimensioni del frutto sono variabili, secondo le varietà botaniche della pianta, dal C. vulgaris maximus, grossissime, alle varietà ibride a frutto piccolo con diametro di circa 20 cm.

Varietà:
ricordiamo la Crimson sweet medioprecoce con frutti di grossezza media, la Sugar baby ibrida F1, precoce, la Charleston gray 133 a frutto oblungo, tardiva, la Blue Belle Ibrido F1 rotonda, molto produttiva, l'Iimperial Ibrido F1 rotonda, precoce, la Florida Giant, La Blue Ribbon, la Ashai Miyako Ibrido F1 precoce con frutto rotondo.
Le varietà più coltivate sono: il cocomero di Pistoia e di Faenza, l'ibrido Baby Funn grandi e quest'ultimo resistente alle malattie, Black Diamond, Il Klondike Blue Ribbon a frutto oblungo grande, la sugar Baby medio, ottime sono la quarantina e la Cinquantina dal tempo necessario a maturare.
Clima: predilige il clima temperato-caldo, per dare buoni risultati, vuole calore, luce e acqua in abbondanza.

Terreno:
il terreno deve essere di medio impasto, sciolto, ricco di sostanza organica, profondo e permeabile con reazione da 5,5 a 7.

Propagazione:
Si effettua direttamente a dimora nell'orto all'inizio primavera al sud e in aprile-maggio al nord. I semi, in numero di 2 o 3, vengono posti in buchette distanziate 1-1,5 m tra loro sulla fila e 2-2,3 m tra le file, alla profondità di circa 3-4 cm.
La semina per la produzione normale avviene in aprile, in buche distanti fra loro un metro e mezzo in ogni senso e profonde una cinquantina di centimetri. Poiché il raccolto inizia in luglio si può sfruttare lo spazio fra una pianta e l'altra con un ortaggio in consociazione di assai rapido sviluppo, che possa concludere il suo ciclo prima che i cocomeri siano sviluppati al massimo. Alla semina si fanno cadere cinque o sei semi in ogni buchetta, per lasciare poi solo le due piante che si presentano più robuste.
Si può seminare il cocomero anche in epoche diverse, in vasetti pieni di terriccio in colture protette per trapiantare poi a dimora, in file all'aperto o in tunnel per una coltura forzata.

Concimazione e cure colturali: si interrano 4 q/100mq di letame o composto maturi. Prima della preparazione del letto di semina, si effettua una concimazione fosfo-potassica.
Le cure colturali prevedono il diradamento col quale si lasciano due piantine per ogni buchetta, la cimatura, ovvero la troncatura del tralcio primario dopo la quarta foglia, per stimolare la crescita di altri tralci che andranno ugualmente cimati, scerbature e zappature per arieggiare il terreno e tenerlo pulito dalle infestanti; un paio di interventi idrici a richiesta delle condizioni climatiche , da non effettuarsi, comunque, alla maturazione e raccolta frutti; si fanno scacchiature per eliminare germogli secondari inutili. I frutti vengono isolati dal terreno con fogli di plastica (o assicelle di legno se si tratta di poche piante) per ripararli da umidità e parassiti.
Durante il ciclo vegetativo si mantiene il terreno con sarchiature e zappettature: le annaffiature si rallentano e, se possibile, si sospendono man mano si avvicina la completa maturazione. Il cocomero può essere raccolto quando si stacca il viticcio del peduncolo o appare completamente disseccato. Aiutare lo sviluppo delle piante con la somministrazione di un concime complesso come l'8-24-24 in forma granulare. Avvicendamento : si consiglia di attendere qualche anno prima di ripetere la coltura sullo stesso terreno. L'anguria va considerata alla stregua di una coltura da rinnovo.

Consociazione: si sposa bene con molti ortaggi: cipolle, carote, lattughe, ravanelli, spinaci, pomodori, piselli ecc.

Raccolta: procede a scalare durante l'estate. Solo l'esperienza ci permette di staccare il frutto a maturazione ideale. Indicativamente il viticcio del peduncolo deve presentarsi secco e sulla scorza del frutto si deve evidenziare la tipica pruina.

Avversità: Tra le crittogame segnaliamo la peronospora che pur causando danni gravi ha manifestazioni sporadiche, l'oidio, la cladosporiosi, la tracheofusarosi e il marciume radicale, la peronospora. Tra i parassiti animali portano attacchi gli afidi, il grillotalpa, il maggiolino, le nottue, i nematodi, gli acari.

Origine: Africa tropicale

Famiglia: Cucurbitacee

Genere: Cucurbita

Specie: citrullus

Varietà: frutto sferico, ovale, oblungo; verde scuro, verde chiaro, striato, polpa rossa, rosea, giallastra; ciclo precoce, semiprecoce, tardivo.

Clima: clima: temperato-caldo, esposizione aperta e soleggiata; temperatura ottimale 21-29°C.

Terreno: profondo, organico, di elevata capacità idrica; pH tendenzialmente acido.

Esigenze nutritive: abbondanti letamazioni anticipate, o terricciato, misto a pollina, in presemina, unitamente a concimi ternari a elevato titolo di potassio e fosforo; nitrato potassico in copertura.

Esigenze idriche :
normali in fase di germogliazione, elevate e costanti in fase di sviluppo.

Ciclo produttivo: annuale; occupa il terreno per 90-150 giorni.

Semina:
- a dimora: aprile-maggio, 5-6 semi in buchette distanti tra loro m 1-1,5; profondità di semina cm 2; quantità di seme g 15-20/mq;
diradamento: piantine alte cm 3; 1-2 piante per buca;
· in semenzaio: protetto, gennaio febbraio; in vasetti di cm 10 di diametro (2-3 semi per vasetto); profondità di semina cm 1;
trapianto: marzo-aprile, 20-30 giorni dopo la semina; piante alte cm 10, con 4-5 foglie; distanza: tra le file, cm 150, sulla fila cm 100
germogliazione: giorni 4-15; temperatura ottimale 25-28°C, temperatura minima 20°C.

Irrigazioni:
l'anguria riesce molto bene in esposizioni caldissime, purché le venga assicurato un abbondante rifornimento idrico; in periodi siccitosi si usa la sommersione notturna del campo. Rispetto alle elevatissime necessità di acqua, l'anguria è dotata di un apparato radicale poco profondo; le varietà d'importazione tuttavia hanno radici più sviluppate in profondità e quindi sono meno esigenti.

Per l'elevata percentuale d'acqua, l'anguria è un alimento scarsamente nutritivo, ma sufficientemente energetico per il buon contenuto in zuccheri assimilabili.
Si ritiene in genere che sia un frutto piuttosto indigesto, ma ciò può attribuirsi appunto al notevole contenuto idrico, che diluisce fortemente i succhi gastrici, e all'abitudine a consumarla molto fredda, quando si è accaldati, con effetto tipico delle bibite ghiacciate.
L'anguria è un alimento voluminoso, che soddisfa il senso di sazietà abbastanza a lungo e per questa prerogativa viene consigliata nelle diete dimagranti, in sostituzione di qualche pasto.
La sua polpa deliquescente, croccante, particolarmente dissetante, si presta alla preparazione di frullati privi di zucchero, molto utili anche per gli effetti diuretici, lassativi e disintossicanti.
Con l'anguria sì può fare una periodica cura, analoga alla ben nota "cura dell'uva".
La polpa deve essere perfettamente matura, cioè uniformemente rossa; le parti bianche, soprattutto in prossimità della buccia, vanno scartate.

(Fonte: giardinaggio.it)

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